Il laser Q-switch costituisce l’unico strumento in grado di eliminare i tatuaggi senza lasciare esiti cicatriziali indesiderati e ha rivoluzionato il trattamento degli stessi. Si sconsiglia si cercare di eliminare i tatuaggi con metodiche ormai superate quali la dermoabrasione o la salabrasione. Si consiglia inoltre di evitare i laser non selettivi, quali il CO2 o l’erbium Allo stesso modo sedicenti tecniche di introduzione di sostanze nel derma profondo atte ad eliminare il pigmento, oltre ad essere pericolose per il rischio di reazione allergica, non garantiscono l’assenza di esiti cicatriziali. Solo nel caso di soggetti che abbiano presentato reazioni allergiche ai i pigmenti il trattamento con laser q-switch risulta controindicato.
I granuli del pigmento di un tatuaggio possono avere localizzazione extra o intracellulare (fibroblasti). Questa evenienza è più frequente nel caso dei tatuaggi professionali. In questo caso, più il tatuaggio è vecchio maggiore sarà il numero delle sedute laser necessarie per rimuoverlo.
Il meccanismo con cui il laser q-switch agisce sul tatuaggio non è un meccanismo termico ma fotomeccanico; i depositi di pigmento vengono frammentati mediante impulsi di potenza molto elevata ma di breve durata senza effetti termici sui tessuti circostanti. Le particelle più piccole che si formano si disperdono nel derma e sono poi rimosse per fagocitosi. Il riassorbimento avviene nel tempo: più si ha pazienza meno sedute sono necessarie.
La rimozione di un tatuaggio tuttavia non si prospetta come una cosa breve a causa delle diverse variabili in gioco costituite dal numero dei colori, dalla profondità del pigmento e dal suo tempo di permanenza. L’applicazione del laser produce un caratteristico sbiancamento con possibile reazione purpurica; nel giro di 7-10 gg si osserva la completa risoluzione con assenza di esiti atrofico cicatriziali. I vantaggi fondamentali sono costituiti dalla assenza di anestesia, dai tempi brevi di guarigione e dalla mancanza di esiti cicatriziali. L’inconveniente e’ costituito dal fatto che non basta una sola seduta e non si è in grado di sapere a priori il numero di sedute necessarie anche se è noto che il tatuaggio amatoriale risponde più rapidamente di quello professionale e che il tatuaggio di vecchia data potrebbe avere più problemi in quanto il pigmento può depositarsi col tempo nel derma più profondo. Pertanto la durata complessiva di un trattamento non è prevedibile e neanche le dimensioni di un tatuaggio possono in qualche modo lasciarla supporre; piuttosto la profondità del pigmento. In ogni caso ogni tatuaggio fa storia a sè in quanto le componenti in gioco sono estremamente varie e dipendono oltrechè dal tipo da inchiostro e dal modo in cui è stato iniettato anche dalle capacità immunitarie del singolo paziente.
Diverso è il caso in cui voglia semplicemente schiarire un tatuaggio per eseguirne un altro in questo caso possono bastare anche solo una o due sedute a seconda del giudizio del tatuatore.
Il trattamento laser dei tatuaggi non necessita normalmente di anestesia locale; al termine la cute andrà protetta con medicamento occlusivo fino a completa riepitelizzazione. I trattamenti successivi si rieseguono a 4-6 settimane di distanza i primi e poi anche a 4-5 mesi.
I laser q-switch sono anche molto utili nel rimuovere il pigmento in caso di pigmentazione cosmetica.(tatuaggio permanente). Valgono gli stessi concetti già enunciati per i tatuaggi non cosmetici. In particolare, si segnala per i tatuaggi di colore rosso la possibilità di viraggio di colore, dovuto alla trasformazione di ossido ferroso in ossido ferrino. La laserterapia con q-switch, se eseguita con lunghezza d’onda 1064 per il colore nero non provoca ipopigmentazione nè transitoria nè permanente in quanto questo tipo di lunghezza d’onda ha scarsa affinità per la melanina;