Medicina estetica
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ll grande proliferare di sostanze idonee alla correzione degli inestetismi del volto quali rughe e labbra, e il desiderio dei pazienti di rimodellare zigomi e altre zone del volto ci pone davanti alla scelta del riempitivo giusto.
Contemporaneamente da quando ha fatto la sua comparsa il collagene ed è stato utilizzato come filler, tutta la ricerca ha puntato in un’unica direzione: trovare il filler ideale. Questo ha fatto sì che le ditte farmaceutiche si sono prodigate nella sperimenzione di nuove sostanze, con il risultato che oggi sia diventato veramente difficile per medico, e quindi per il paziente tener nota di tutte le novità proposte rimanendo spesso disorientati sulla scelta giusta.
Sostanzialmente esistono “filler” di due tipi:
riassorbibili come il collagene e l’acido jaluronico, che sono degradati dagli enzimi litici sparendo completamente nell’arco di 6-12 mesi, permanenti o semi permanenti, microsfere e microparticelle di grosse dimensioni veicolate da un Hydrogel degradabile enzimaticamente e i non riassorbibili.
Possiamo generalizzare dicendo che nel trattamento di rughe superficiali che necessitano di un impianto nel derma superficiale sono da preferire i prodotti riassorbibili (ac. Jaluronico), mentre per aumenti volumetrici più importanti come la correzione di profondi solchi naso genieni o il rimodellamento degli zigomi dove il nostro impianto dovrà essere a livello sub-dermico sono da preferire i non riassorbibili.
Questi sono costituiti o dal silicone liquido, di cui però ne è vietato l’uso in qualunque forma, o da dei gel composti per il 97-98 % da acqua e nella restante percentuale da un polimero reticolato di poliacrilamide cross-linkato che assicura al prodotto iniettato biocompatibilità e un eccelente potere riempitivo.
Tale sostanza una volta iniettata si integra perfettamente nel tessuto connettivo creando una delimitazione con i tessuti circostanti che ne impediscono la migrazione. Ne consegue una stabilità e una durata nel tempo della sostanza.
Personalmente non ho mai nutrito grosse simpatie per i filler “permanenti” in quanto comunque il collagene o l’acido jaluronico che li veicola viene riassorbito comportando nel tempo un deficit volumetrico da colmare. Inoltre in alcuni casi ho assistito ad una antiestetica migrazione superficiale delle microsfere.
I filler sono ormai utilizzati in enorme quantità, da numerosi specialisti.
I campi di applicazione sono i più disparati ma si rifanno tutti al medesimo concetto: riempire e ridare turgore a un tessuto che lo ha perso con il tempo, l’età e l’invecchiamento o non lo ha proprio mai avuto.
In chirurgia i filler, specie quelli non riassorbibili hanno soppiantato molte tecniche chirurgiche o ne hanno affiancato altre migliorandone il risultato finale. Aumento e rimodellamento del profilo, della forma o del volume delle labbra, riempimento degli zigomi, delle rughe nasogeniene, delle commessure labiali o sottolabiali, tutte le altre rughe del volto, colmare delle depressioni naturali o cicatrici quale esito di traumi o patologie, sono alcuni dei campi di applicazione dei filler.
Le metodiche attuali sono molteplici e dipendono dalla sostanza usata, dalla sede d’impianto e dalla scelta tecnica del medico. I microponfi, la tunnellizzazione normale e a reticolo, la pavimentazione, sole o assieme sono alcune delle tecniche utilizzate.